Sapete quanti miti sull’amore ci allontanano da una relazione davvero significativa? Tantissimi… 

Prendiamo per esempio il mito del “partner perfetto”. Talvolta crediamo che da qualche parte, là fuori, nel grande mondo, ci sia qualcuno che si abbina perfettamente a noi. 

La verità è che non esiste una cosa come il partner perfetto e non esiste una cosa simile alla coppia perfetta. È difficilissimo lasciare andare l’idea della perfezione, ma se la seguiamo finiamo per soffermarci solo sui vizi, i difetti del nostro partner e sulle nostre credenze su come lo o la vorremmo. Questo aiuta la relazione o la danneggia? Ovviamente la danneggia.

Spesso crediamo anche ad un altro mito: “tu mi completi”. Se sposiamo questo mito e agiamo come se fossimo incompleti senza il partner, allora ci metteremo sicuramente nei guai. 

Ci sentiremmo bisognoso, dipendenti, con la paura di restare soli, quando fortunatamente quello che possiamo scoprire è che siamo già completi. Certo, questo significa fare i conti con la nostra mente che sembra divertirsi nel dirci come siamo incompleti. Ma una volta fatto questo, con la nostra sensazione di interezza e completezza potremmo essere più fedeli a noi stessi nella nostra relazione e quindi rendere questa davvero significativa. 

L’altro mito che spesso ci riempie la mente è che “l’amore dovrebbe essere facile”. Pensiamo alla vita con un altro essere umano che ha diversi pensieri e sentimenti, interessi diversi, aspettative diverse rispetto a sesso, lavoro, figli, vacanze, stili diversi per comunicare, amici e parenti con cui non andiamo d’accordo. Vi sembra facile? Anche nelle coppie con tantissimi punti in comune, ci saranno sempre delle diversità e questo è quello che rende le relazioni non facili. 

Richiedono comunicazione, negoziazione, compromessi e molta accettazione dell’altro; richiedono anche che ognuno di noi difenda sé stesso e che sia onesto rispetto ai suoi sentimenti e desideri. 

Infine, un altro mito che spesso ci allontana da una relazione davvero significativa è quello che ci spinge a pensare che “l’amore sia eterno”. Fino a che definiamo l’amore come quel sentimento iniziale fatto di un mix di emozioni, sensazioni solo esclusivamente positive, l’amore non potrà mai essere eterno. 

Quello che poche persone realizzano è che una relazione autentica, amorevole, significativa di solito si sviluppa solo una volta che la luna di miele è finita. Invece che ad un sentimento pensiamo all’amore come a qualcosa che puoi fare al di là di come ti senti. Pensiamo all’amore come a qualcosa che puoi fare nella direzione del partner che vuoi essere. 

L’ACT (Acceptance e Commitment Therapy) ci può aiutare a superare questi miti e a costruire una relazione davvero significativa. In che modo? Lavorando sull’accettazione vera e attiva delle diversità che incontriamo, notando come quando iniziamo a defonderci dalla frustrazione, dal risentimento, dalla rabbia e queste iniziano a dissolversi, possiamo godere dei tanti piaceri che una relazione salutare può dare. Accettazione non è l’unica parola importante nell’ACT: c’è anche la parola impegno (commitment) che sottolinea come sia importante intraprendere delle azioni impegnate per migliorare la relazione. Possiamo sentire la rabbia ma agire con calma, possiamo provare ansia ma agire con fiducia: smettere di cercare di controllare ciò che proviamo e prendere il controllo su ciò che facciamo ci aiuta a costruire una relazione davvero significativa per noi. 

Bibliografia

Russ Harris “Se la coppia è in crisi.. imparare a superare le frustrazioni e risentimenti per costruire una relazione consapevole”, Franco Angeli, 2011.  

Autore : Dott.ssa Matilde Cresti